Lo scorso 5 novembre si è tenuto a Ferrara un convegno organizzato da Confesercenti sul commercio accessibile e in particolare sul ruolo della viabilità. God Saves Cities era li, anche per non perdere l'occasione di sentire le parole del nostro docente, Ing. Alessandro Bucci. Da anni ė segretario di AVOE (A vision of Europe), associazione internazionale che si impegna nella difesa dei valori della città tradizionale europea. Ad aprire un sano dibattito, elegantemente gestito dal direttore de Il Resto del Carlino della città Cristiano Bendin, il direttore di Confesercenti, che ha definito la vivibilità e la viabilità in una città come le arterie del corpo umano. Affinché tutto possa funzionare, il sangue deve poter scorrere bene e così deve essere nelle città. Ha portato alla luce un importante spunto di discussione: lo spostamento del polo ospedaliero a Cona e la nascita di centri commerciali agli estremi del tessuto urbano. Il risultato è stata una desertificazione, ormai evidente, del nostro centro di Ferrara, ricco di tradizione architettonica e non solo. Ha provocato la morte dei pochi spazi commerciali rimasti in Corso Giovecca e Viale Cavour, tanto che, numeri alla mano, sono circa 50 i negozi sfitti nel pieno centro. É intervenuto poi Alessandro Bucci che è partito dal presupposto che la gestione di una città, che è strettamente legata al suo disegno, è una disciplina che richiede tante conoscenze diverse, per la quale non c'è una formula magica. É un sistema complesso che non può guardare al singolo commerciante o a singole porzioni di una città piuttosto che ad altre. Il professore ci raccontava che in un dibattito su una proposta di legge sul consumo di suolo sia stato evidenziato come la gestione delle nostre periferie sub-urbane abbia un peso enorme sui bilanci comunali. Bologna, a esempio, negli ultimi quarant'anni ha raddoppiato la superficie urbanizzata, ma gli abitanti si sono dimezzati. Parigi, a esempio, ha 250 abitanti per ettaro (sulla stessa superficie di Bologna), Milano 200, Bologna 160 e Ferrara 100. É chiaro che non possiamo costruire in altezza per 15 piani come a Parigi, ma bisogna sfruttare i cosiddetti catalizzatori, come la nostra eccellente università, la stazione, lo stadio urbano, il centro storico e catturare il transito dovuto ad essi con politiche mirate alla frequentazione quotidiana dei luoghi di interesse comune. La densità è quindi una condizione necessaria, ma non sufficiente per l'efficienza urbanistica e amministrativa. Come una torta, ogni fetta, cioè ogni quartiere, deve avere tutti gli ingredienti: possibilità di scelta tra diversi mezzi di trasporto pubblico, parcheggi, network di strade, illuminazione, arredo urbano ecc. Il commercio ricopre un ruolo fondamentale: la presenza di fronti commerciali continui illuminati anche di sera, è dimostrato, produce sicurezza e migliora la qualità della vita. Ferrara è ancora una città sicura per i bambini e per gli anziani. Se non fossimo in Italia, la nostra Ferrara potrebbe diventare la Venice emiliano-romagnola. Grazie alla sua vivibilità, i pensionati provenienti dalle città più grandi della Regione potrebbero sceglierla come il loro "posto felice". In qualche occasione, ci spiegava l'assessore Roberto Serra, si è fatto l'esperimento di chiudere alle auto il transito in Cavour e Giovecca. I numeri ci dicono che, dove l'accesso è stato limitato, il prezzo degli spazi commerciali è diminuito. Noi e Ferrara non siamo ancora pronti per questo, non possiamo permetterci la chiusura delle arterie verso il nostro amato centro storico.
http://avoe.org/home.html
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"La cosa più difficile è vedere quello che si ha davanti agli occhi"
Goethe
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